Fafce: Bassi (presidente), “punto di partenza per parlare di famiglia non come malato ma come cura”. Rapporto tra impresa, vita domestica e lavoro
“Il welfare familiare è una modalità specifica di svolgimento di servizi di assistenza che ha come destinatario non l’individuo, come fino ad oggi è successo, ma proprio la famiglia. Attraverso l’assistenza alla famiglia, essa cresce – nonostante le difficoltà – in termini di solidarietà, consapevolezza e anche di aiuto all’altro”. Vincenzo Bassi, presidente della Fafce, Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa, chiarisce al Sir l’obiettivo del seminario svoltosi oggi nella sede del Parlamento Ue a Bruxelles sul tema “Piccola e media impresa e welfare familiare. Una sfida per il futuro dell’Europa”.
Attorno al titolo si sono confrontati esperti e politici di diversa provenienza nazionale, mettendo al centro delle riflessioni la situazione dello stato sociale in Europa, la questione demografica (invecchiamento, fertilità, migrazione…), il rapporto tra vita familiare e professionale, i compiti dello Stato e dell’Ue. Bassi afferma: “Fino ad oggi lo Stato si è occupato delle iniziative di assistenza. Ora lo scopo è quello di introdurre come partner della famiglia anche l’impresa, e in particolare la piccola impresa. Padri e madri che vivono la loro esperienza professionale in maniera solida, non precaria”, sono infatti “anche più produttivi per l’economia”.
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Bassi specifica: “oggi è stato un punto di partenza per parlare di famiglia non come malato ma come cura. E l’Europa è un elemento rilevante perché, nonostante le profonde differenze tra Paesi europei, ciò che accomuna tutti è l’esperienza familiare. È sulla famiglia che gli Stati membri dell’Unione europea riescono a trovare un comune sentire, perché scambiando esperienze familiari ci si accorge che facciamo tutti parte della stessa famiglia umana”. Al dibattito sono intervenuti Karlo Ressler (eurodeputato, Croazia), Paul Dembinski (docente dell’Università di Friburgo), gli europarlamentari Clotilde Armand (Romania), Helmut Geuking (Germania), Patrizia Toia (Italia), Anna Nagy (presidente della Single Parents’ Families Foundation, Ungheria), Deša Srsen (componente del gabinetto della vicepresidente della Commissione Ue Dubravka Šuica, che ha la delega per la demografia). Ha concluso i lavori Johannes de Jong (Sallux Director).